Eletto il Segretario Generale della Camera del Lavoro Vercelli Valsesia

category Spi Vercelli 21 Ottobre 2018

Valter Bossoni è il nuovo Segretario Generale della Camera del Lavoro di Vercelli Valsesia, è stato eletto il giorno 19 ottobre a conclusione del congresso svoltosi al castello di Villata.

Al nuovo Segretario gli auguri fraterni di buon lavoro da parte di tutto lo Spi Vercelli Valsesia.

Eletti i nuovi segretari di Lega e provinciale SPI

category Spi Vercelli 18 Ottobre 2018

Il Congresso della Lega Spi di vercelli il giorno 8 ottobre

ha eletto segretario Mior Narciso che succede a Grasso Rosangela



Il Congresso della Lega Spi della Valsesia il giorno 10 ottobre

ha riconfermato segretario Golfetto Luciano



Il Congresso della Lega Spi di Santhià-Trino il giorno 11 ottobre

ha eletto segretario Cascina PierMario che succede a Celestino Antonio



Il Congresso provinciale Spi Vercelli-Valsesia il giorno 16 ottobre ha riconfermato segretario Marchioro Gianni

Iniziate le assemblee congressuali

Sono iniziate in questi giorni le assemblee  precongressuali dello Spi Vercelli Valsesia, che condurranno ai congressi delle leghe Spi e al congresso  provinciale il giorno 16 ottobre prossimo.

Gli iscritti allo Spi che intendessero partecipare alle assemblee nei loro comuni lo possono fare informandosi presso le leoro leghe di appartenenza sul calendario delle assemblee previste.

Ricordiamo che la partecipazione è aperta a tutte e tutti gli iscritti allo Spi.

Grazie Rita!

category Donne, Spi Vercelli 17 Agosto 2018

Rita Borsellino era la minore di quattro fratelli, dal giorno del tragico attentato costato la vita al fratello Paolo magistrato del pool antimafia di Palermo e agli uomini della sua scorta  si è battuta affinché si arrivasse alla verità sulla morte del fratello. Lo scorso 19 luglio, nel ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelio, spiegò che il modo migliore per portare avanti gli ideali di giustizia del fratello era l’impegno quotidiano di ognuno per ottenere la verità. Ci lascia un esempio di rettitudine morale e di impegno profondo di cui dobbiamo esserle profondamente grati e degni.

Vittoria Titomanlio (le 21 donne costituenti)

category Donne, Spi Vercelli 21 Luglio 2018

Vittoria Titomanlio (Barletta, 22 aprile 1899 – Napoli, 28 dicembre 1988) è stata un’insegnante e politica italiana.

Di professione maestra elementare e membro dell’Azione cattolica, nel 1946 fu una delle 21 donne elette all’Assemblea costituente, nel XXIII collegio elettorale di Napoli per la Democrazia Cristiana

Fu ancora eletta alla Camera dei deputati nelle prime quattro legislature, tra il 1948 e il 1968, sempre iscritta al gruppo democristiano. Nell’ambito dell’attività parlamentare ha fatto parte delle commissioni permanenti sul lavoro e previdenza sociale (1948-1952), di quella su istruzione e belle arti (1952-1968) e di quella su industria e commercio (1960-1968). Nella II legislatura ha inoltre partecipato alla Commissione parlamentare consultiva riguardo all’assicurazione obbligatoria contro le malattie per gli artigiani (1957-1958) e a quella per la disciplina giuridica delle imprese artigiane (1956-1958), e nella III a quella per i provvedimenti per Napoli (1959-1963).

Salì alla ribalta delle cronache nel luglio del 1950 per aver protestato al ristorante, insieme ai colleghi di partito Oscar Luigi Scalfaro e Umberto Sampietro contro una signora che cenava con le spalle nude: l’episodio fu quindi oggetto di un’interrogazione parlamentare alla Camera, in quanto l’altra commensale presentò querela ritenendosi offesa.

Maria Maddalena Rossi (le 21 donne costituenti)

category Donne, Spi Vercelli 14 Luglio 2018

(Codevilla, 29 settembre 1906 – Milano, 17 settembre 1995) è stata una politica italiana.

Nata da una famiglia benestante ma numerosa, riuscì a laurearsi in Chimica nel 1930 all’Università di Pavia e trovò lavoro a Milano. Nel 1937 aderì al PCd’I clandestino dove iniziò a militare nella lotta antifascista.

Nel 1942, venne arrestata dalla polizia fascista a Bergamo e condannata al confino a Sant’Angelo in Vado fino al 25 luglio 1943. Poi si trasferì a Zurigo, dove per circa un anno e mezzo continuò a lavorare per il partito.

Nel dicembre 1944 tornò a Milano ed entrò a far parte della redazione de L’Unità (all’epoca ancora giornale clandestino); nello stesso anno entrò a far parte della Commissione Stampa e Propaganda della Direzione Alta Italia del PCI.

Nel 1946 fu eletta nell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana nel Gruppo Comunista. Nella Costituente si batté in modo particolare per il superamento dell’articolo della legge prefascista che vietava l’accesso delle donne ai gradi più elevati della Magistratura: anche se tale battaglia non sfociò in un’apposita norma della Costituzione, il dibattito innescato dalla sua proposta aprì la strada al ricorso di Rosa Oliva, che quindici anni dopo fu portato con successo in Corte costituzionale da Costantino Mortati.

Nel frattempo è fra le principali esponenti dell’Unione Donne Italiane, di cui diventerà presidente nazionale dal 1947 al 1956.

Fu poi rieletta Deputata nella I, II e III legislatura, continuando sempre a battersi per i diritti delle donne.

Tra il 1957 ed il 1967 è la vicepresidente della Federazione Democratica Internazionale Femminile.

Nel 1963 non si ricandida alla Camera dei Deputati e, trasferitasi a Porto Venere, lavora nella politica locale, diventando Sindaco nel 1970.

È morta nella sua casa di Milano a sole 2 settimane dal compimento dei 90 anni.

Elettra Pollastrini (le 21 donne costituenti)

category Donne, Spi Vercelli 25 Giugno 2018

Elettra Pollastrini (Rieti, 15 luglio 1906 – Rieti, 2 febbraio 1990)

Nacque in una famiglia antifascista che nel 1934 fu costretta ad espatriare in Francia.

Fin da giovanissima si professa comunista e durante la Guerra civile spagnola andò nel paese iberico a combattere contro il franchismo, a fianco delle Brigate Internazionali. Tornata in Francia fu arrestata e incarcerata nella prigione femminile di Aichach, dove rimase fino al termine della Seconda guerra mondiale.

Rientrata in Italia, nel 1946 fu eletta nell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana nel Gruppo Comunista. Fu poi rieletta Deputata nella I e II Legislatura nelle file del PCI

Ottavia Penna (le 21 donne costituenti)

category Donne, Spi Vercelli 21 Giugno 2018

Ottavia Penna (Caltagirone, 12 aprile 1907 – Caltagirone, 2 dicembre 1986)

Figlia di Francesco Penna, barone di Portosalvo, e di Ines Crescimanno Maggiore, duchessa di Albafiorita, trascorse la sua giovinezza a Caltagirone per poi trasferirsi a Poggio Imperiale e a Roma al fine di completare gli studi universitari. Subito dopo sposò il medico Filippo Buscemi Galasso. Nel 1946 fu eletta nella lista del Fronte dell’Uomo Qualunque, all’Assemblea Costituente nella circoscrizione di Catania. Fu una delle 21 donne che presero parte all’Assemblea Costituente nel giugno 1946, unica donna del movimento.

Il 28 giugno dello stesso anno, Ottavia Penna Buscemi venne candidata dal suo partito alla poltrona di Capo provvisorio dello Stato: era la prima donna ad essere proposta per la più alta carica istituzionale e nel fare il suo nome Guglielmo Giannini, segretario dell’Uomo Qualunque, la definì «una donna colta, intelligente, una sposa, una madre». Ottenne i 32 voti del suo partito,contro i 396 di Enrico De Nicola, che risultò eletto, e i 42 del repubblicano Cipriano Facchinetti.

Dal 19 al 24 luglio 1946 fu tra i 75 componenti della Commissione per la Costituzione, insieme a Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin e Maria Federici, per la stesura della costituzione.

Il 15 novembre 1947 lasciò il Fronte dell’Uomo Qualunque, insieme ad altri parlamentari del movimento per formare il gruppo dell’Unione Nazionale e vi rimase fino alla conclusione dei lavori dell’Assemblea Costituenteil 31 gennaio 1948.

Nel 1953, infine, si presentò con successo alle elezioni amministrative della sua città tra le file del Partito Nazionale Monarchico divenendo consigliere comunale. Ritiratasi dalla scena politica, trascorse gli ultimi anni nella città natale dove si spense nel 1986.

Teresa Noce (le 21 donne costituenti)

category Donne, Spi Vercelli 16 Giugno 2018

Teresa Noce Torino, 29 luglio 1900 – Bologna, 22 gennaio 1980

Nata nel 1900 a Torino da famiglia operaia e costretta ad abbandonare molto presto la scuola, continuò a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari mestieri.

Nel 1921 fu fra le fondatrici del Partito comunista italiano; nell’ambiente politico torinese conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria che ricopriva già incarichi di responsabilità politica. Si sposarono nel 1926 ed ebbero tre figli. Nel gennaio 1926 i due espatriarono, stabilendosi prima a Mosca e poi a Parigi.

Da qui Teresa Noce compì numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgervi propaganda e attività antifascista. Nei primi anni trenta, fece ritorno a Mosca con Longo e, quindi, nuovamente a Parigi, dove partecipò, con Xenia Silberberg, alla fondazione del giornale Noi donne, inizialmente uscito come foglio clandestino. Nel 1936 insieme con il marito si recò in Spagna tra i volontari accorsi in difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, nel corso della quale curò la redazione del giornale degli italiani combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà. Lì assunse il nome di battaglia di Estella.

Rientrata in Francia, allo scoppio della Seconda guerra mondiale venne internata nel campo di Rieucros; liberata per intervento delle autorità sovietiche e autorizzata a lasciare la Francia e a ritornare a Mosca, dove vivevano i figli, ne fu impedita dall’invasione tedesca dell’Unione Sovietica, avvenuta nel giugno 1941. Rimase in Francia, a Marsiglia, dove prese a lavorare per il Partito comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata) e partecipò alla Resistenza nel gruppo dei Francs-tireurs-et-partisans. Nel 1943 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, deportata in Germania, prima nel campo di concentramento di Ravensbrück, poi in Baviera a Flossenbürg e infine a Holleischen, campo cecoslovacco in cui furono deportati molti prigionieri quando, nell’autunno del 1944, il lager bavarese fu chiuso. A Holleischen fu adibita a lavoro forzato in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione del campo da parte dell’esercito sovietico.

Alla fine della guerra, ritornata in Italia, il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea costituente italiana fu una delle cinque donne entrate a far parte della Commissione speciale incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione da discutere in aula, divenuta nota col nome di Commissione dei 75.

Fu segretaria nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili e nel 1948 fu eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si distinse come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la “Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri” che, sostituendo la precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni settanta sulla parità tra donne e uomini. L’impegno sindacale portò Teresa Noce a ricoprire l’incarico di presidente dell’Unione Internazionale Sindacale dei Lavoratori tessili e dell’abbigliamento (UISTA) con sede a Varsavia e, da quando nel 1955 lasciò la segreteria della FIOT, divenne segretaria dell’UISTA stessa la cui sede venne spostata a Milano.

Longo nel 1953 ottenne l’annullamento del matrimonio a San Marino presentando un documento che conteneva una firma contraffata di Teresa Noce. Nelle sue memorie (p. 411) riporta di avere appreso questo fatto dalle pagine del Corriere della Sera e che per lei rappresentò un evento «grave e doloroso più del carcere, più della deportazione». La sua decisione di rivolgersi alla Commissione Centrale di Controllo del PCI con l’intento di denunciare il comportamento di Longo fu considerato inopportuno da una parte del gruppo dirigente del Partito e questo determinò la sua esclusione dalla Direzione.

Nel 1954 si allontanò dalla vita politica attiva ritirandosi gradualmente a vita privata, ma dal 1959 fu attiva nel CNEL quale membro della CGIL; nel 1974 pubblicò la sua autobiografia, Rivoluzionaria professionale, che racconta, insieme alla sua storia personale, la vicenda del partito comunista italiano dalla sua fondazione.

Rita Montagnana (le 21 donne costituenti)

Rita Montagnana (Torino, 6 gennaio 1895 – Roma, 18 luglio 1979) è stata una politica italiana, esponente e parlamentare del Partito Comunista Italiano.

Di famiglia ebraica originaria di Mondovì, sarta di professione, si dedicò fin da giovanissima all’attività politica, diventando dirigente provinciale e regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1917 partecipò alle rivolte torinesi per il pane, nel 1919 al movimento dei Consigli operai e all’occupazione delle fabbriche; nel 1921, insieme al fratello Mario Montagnana (futuro direttore de l’Unità), partecipò alla fondazione del Partito Comunista d’Italia, sezione italiana dell’Internazionale e fu delegata al III Congresso dell’Internazionale comunista a Mosca.

Nel 1922 fondò il giornale La compagna, organo del movimento femminile del Partito comunista. Conobbe Palmiro Togliatti nella redazione de L’Ordine Nuovo – la rivista fondata a Torino nel 1919 dalla minoranza comunista del Partito socialista, diretta da Antonio Gramsci – e lo sposò nel 1924. L’anno dopo nacque il loro unico figlio, Aldo (29 luglio 1925 – 9 luglio 2011). Emigrò insieme con il marito in Francia, poi in Unione Sovietica, alternando lunghe presenze in Francia e Svizzera.

Fu in Spagna tra il 1936 e il 1938, nel corso della guerra civile spagnola. Rientrò in Italia nel maggio 1944 e, dopo la liberazione di Roma, fu dirigente della sezione femminile del PCI e fondatrice dell’Unione Donne Italiane (UDI). Fu una delle organizzatrici delle prime celebrazioni italiane, nell’immediato dopoguerra, della Giornata internazionale della donna; a lei, a Teresa Mattei e a Teresa Noce si deve, tra l’altro, la scelta della mimosa come simbolo dell’8 marzo.

Fu eletta all’Assemblea costituente nel XIII collegio (Bologna-Ferrara-Forlì-Ravenna), prima fra gli eletti del PCI, con 68.722 voti di preferenza. Successivamente divenne senatrice nella I legislatura, eletta in Emilia-Romagna nel collegio di Imola. Nel 1948 fu lasciata da Togliatti per Nilde Iotti. Dopo il 1958 abbandonò progressivamente l’attività politica, anche in seno al Partito Comunista Italiano. Morì a Roma nel 1979 e fu sepolta nel Cimitero Parco di Torino.