Ridurre le tasse a lavoratori e pensionati

category Spi Vercelli 17 Gennaio 2010

Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e da pensione, perché: evasione
• L’Italia è al 1°posto nella classifica europea per la pressione fiscale sul lavoro (44,0%) e al 4°posto se confrontiamo la pressione fiscale generale (43,3%);
• Dal 1980 ad oggi la pressione fiscale è aumentata del 12,5% a carico dei lavoratori dipendenti e dei
pensionati, principalmente a causa della mancata restituzione del drenaggio fiscale che, solo tra il 2002 e il 2008, ha causato una perdita di 1.182 euro cumulati;
• L’aumento della pressione fiscale sul lavoro, dal 1980 ad oggi, ha prodotto sui redditi da lavoro dipendente e
da pensione una perdita annuale mediamente di 3.285 euro, pari a circa 274 euro mensili in meno in busta paga.
Lunedì 11 gennaio 2010, come da mandato del Direttivo del 22 dicembre 2009, la Segreteria ha formalmente inviato al Governo le proposte per aprire un tavolo di confronto per la riforma fiscale.
Nel sostenere le nostre proposte rendiamo evidente che il costo della riforma è di circa 1,5 punti di PIL, da attuarsi in un triennio. L’obiettivo principale della proposta di riforma è quello di ridurre significativamente il carico fiscale che grava sui lavoratori dipendenti e sui pensionati attraverso un intervento immediato sui redditi da lavoro dipendente e da pensione (500 euro entro marzo 2010), sostenendo così la domanda interna. L’obiettivo è quello di avviare la riforma strutturale per diminuire le tasse mediamente di 100 euro mensili nel corso del prossimo triennio ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle famiglie con reddito medio – basso, generando così una maggiore giustizia fiscale.
In questo quadro la CGIL propone:
• Un Patto fiscale con tutti i contribuenti onesti. Occorre affrontare una volta per tutte ed in maniera determinata il fenomeno dell’evasione fiscale. L’incremento delle entrate attraverso il contrasto all’evasione fiscale è uno strumento indispensabile per la produzione di risorse necessarie alla realizzazione di qualsiasi progetto di riforma fiscale;
•La revisione della struttura dell’IRPEF, a partire dal superamento strutturale del drenaggio fiscale: l’incremento
della detrazione da lavoro dipendente e l’uniformità della detrazione da pensione a quella del lavoro dipendente;
l’innalzamento e l’unificazione delle attuali quote esenti per i redditi da lavoro e da pensione; la riduzione della
prima aliquota dal 23% al 20% per favorire i redditi medio-bassi e della terza dal 38% al 36%; la costituzione di
uno strumento di sostegno unico per le famiglie con figli che integri gli attuali Assegni per il Nucleo Familiare e le
detrazioni IRPEF per figli a carico; un bonus fiscale per coloro che non sono in grado di usufruire appieno delle
detrazioni spettanti (gli incapienti);
•L’armonizzazione a livello europeo del livello di tassazione sulle rendite al 20%. In Europa (EU-25) il livello di
tassazione sulle rendite non è inferiore al 20%. La scelta in Italia di una sola aliquota intermedia (oggi sono due
rispettivamente al 12,5% e al 27%) ridurrebbe la distanza tra prelievo finanziario e prelievo sul lavoro dipendente (aliquota media 25%);
• La costituzione di una nuova Imposta sulle Grandi Ricchezze, ad aliquota progressiva, sulla base del modello
attualmente vigente in Francia che prevede una soglia intorno agli 800 mila euro di patrimonio netto imponibile
per essere soggetti alla “Imposta di solidarietà sulla fortuna”;
•Misure fiscali a sostegno delle nuove generazioni anche nell’ambito di nuove professioni, partendo da
agevolazioni fiscali per favorire attività di studio, formazione e creatività, nonché per superare forme di tassazione improprie;
• Fermo restando che l’insieme delle proposte da noi avanzate affronta principalmente le condizioni di lavoratori
e pensionati, riteniamo che, per quanto concerne la tassazione sulle imprese, vadano previste forme di credito di
imposta automatico sugli investimenti in ricerca, innovazione e formazione, nell’ambito di un sistema di fisco
premiale per le imprese finalizzato alla loro capacità di creare occupazione aggiuntiva di buona qualità (stabile).
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