abbiamo
incontrato in te una amica sensibile a tutto ciò che era reale e non mera
apparenza, avremmo voluto ancora fare tante cose con te, perché tu eri “La Donna
del fare”.
Hai dato il
tuo Amore più profondo al Tuo Carlo e a Barbara ,ma hai dedicato il tempo di
una vita al lavoro ,alla scuola ,alla CGIL e poi ancora al sociale ; all’Auser
e al Volontariato attivo ,sei stata sempre presente senza risparmiarti mai.
A noi, le Donne della Camera del Lavoro, come
amavi definirci, mancherà il tuo affetto discreto e sincero ,la tua vera esperienza
sul campo e la tua onestà intellettuale; il coraggio che sapevi dare a tutte/i nei
momenti difficili, e il tuo ragionamento critico e sempre costruttivo .
Sei stata un
grande esempio sulle strade della nostra
storia, fatta di impegno ,di lotte e
di ideali .
Con Barbara avevamo deciso di far rivivere insieme a te la fatica e l’orgoglio di tali
conquiste in un momento teatrale rivolto alle giovani generazioni, per lasciare
loro il testimone.
Se un giorno
riusciremo a realizzarlo certo lo dedicheremo a te Anna e ci sarà la tua voce ferma,
pacata e sicura che sapeva coinvolgere e
stimolare tutte/i ad andare avanti , con umiltà e competenza perché come ripetevi spesso: “ I nostri diritti e i comuni ideali di giustizia e di solidarietà vanno difesi sempre”.
Ci ha lasciato la compagna Anna Vetulli, annunciamo con grande dolore la scomparsa di una donna da sempre impegnata nella Cgil e nel sindacato scuola in cui ha ricoperto diversi incarichi e responsabilità e nel sindacato pensionati in cui è stata dirigente impegnata in diversi ruoli e nel coordinamento donne di cui è stata una delle fondatrici appassionata e sempre presente.
Tutto lo Spi-Cgil Vercelli-Valsesia si stringe alla figlia Barbara a cui porge le più sentite condoglianze e la vicinanza degli iscritti tutti.
Grazie Anna per tutto quello che hai fatto e che ci hai lasciato.
Ci ha lasciati all’età di 96 anni la compagna Rossana Rossanda.
Antifascista, militante del Pci, a lungo responsabile cultura del partito, nel 1969 radiata dal Pci assieme a Castellina, Magri, Pintor, Parlato Natoli, Menapace ed altri, per le posizioni assunte all’interno del Pci soprattutto dopo l’invasione della Cecoslovacchia ad opera dell’URSS, fu tra le fondatrici della rivista e poi del quotidiano comunista “Il Manifesto”.
Intellettuale e voce critica della sinistra, marxista non pentita, è rimasta una delle voci più ascoltate della politica italiana ed internazionale.
La “ragazza del secolo scorso” così come il titolo di un libro che aveva scritto nel 2005 aveva attraversato il secolo e il millennio, come per i ragazzi della sua generazione, sconvolgendo la sua vita dedicandola alla politica ed all’impegno per l’affermazione della democrazia per i diritti delle donne, alla difesa dei più deboli e svantaggiati e soprattutto all’affermazione della classe lavoratrice.
Il suo esempio resterà come perenne eredità per tutti noi.
La lega Spi di Vercelli con tutti i suoi iscritti porge i suoi più affettosi auguri alla nostra iscritta Ivaldi Adele Maria che l’8 marzo ha compiuto 100 anni.
In occasione dell’8 marzo 2020, a causa del coronavirus non potremo essere nelle piazze italiane e del mondo come previsto dai movimenti femministi.
Vogliamo comunque essere presenti e far
sentire la nostra voce di donne giovani e pensionate ed esporre le nostre
rivendicazioni.
La povertà femminile continua ad aumentare. Siamo il quart’ultimo paese in Europa per occupazione femminile: solo il 48% delle donne ha accesso al lavoro e spesso si tratta di lavoro precario, svalutato, mal pagato!
Ancora oggi, le donne sono
retribuite in media il 23% in meno rispetto ai colleghi
uomini, anche quando più istruite; il differenziale salariale cresce col
crescere del livello dell’istruzione, raggiungendo un picco del 38,5%.
Sono più di 1.400.000 le donne
che hanno subito molestie sul luogo di lavoro.
La Legge 194 è sottoposta a pesanti
limitazioni che ne impediscono la piena applicazione, l’obiezione di coscienza,
oggi, è pari al 78% tra i ginecologi e del 48% tra gli anestesisti. Tale
situazione che in alcune Regioni supera il 90%, annulla il diritto sancito
dalla Legge.
Oggi la Legge 194 nel nostro Paese continua ad
essere obiettivo di attacchi retrogradi e populisti, veicolati da dichiarazioni
“ignoranti” e “razziste” che chiedono di scaricare i costi su quelle aree
sociali che subiscono” l’abuso della migrazione”.
Un omicidio su due
avviene in famiglia e le vittime per il 67% dei casi sono donne. I
percorsi di fuoriuscita dalla violenza non prevedono alcuna forma di sussidio,
i finanziamenti pubblici ai centri
antiviolenza sono pari a 0,76 centesimi per ogni donna che si rivolge
a loro.
Sono più di un milione le donne che
dal 2003 a oggi denunciano di aver subito pratiche mediche violente o
degradanti in sala parto.
Questi sono solo alcuni dei numeri
che raccontano il contesto di disuguaglianza, discriminazione, ingiustizia in
cui viviamo. Contesto che conosciamo bene, perché è quello contro cuilottiamo,
affermando che violenza di genere è
anche, e non secondariamente, violenza economica, che passa, in
modo sistemico, per condizioni di sfruttamento volte a minare l’autonomia e
l’autodeterminazione delle donne.
Pensiamo sia necessario dare
continuità al processo di trasformazione culturale e sociale aperto da ormai
quattro anni dai movimenti femministi e, a maggior ragione in questo
particolare contesto storico e politico. Riteniamo urgente denunciare la
condizione di discriminazione strutturale che riguarda le donne migranti e, di
conseguenza, tutte le figure precarie e non pienamente garantite che vivono
e lavorano nel nostro paese.
I luoghi di lavoro non possono
continuare a riprodurre questo stato di cose; le condizioni di lavoro non
possono infliggere ancora tanta diseguaglianza: le lavoratrici troveranno
la forza di reagire e rivendicare quel che spetta loro.
Noi donne:
Vogliamo
parità salariale, un salario degno, un salario minimo almeno
a livello europeo e un reddito che sia di autodeterminazione, e non
strumento di ricatto e di nuova schiavitù, perché senza autonomia
economica non si esce dalla violenza e non c’è libertà.
Vogliamo
congedi dimaternità/paternità e parentali retribuiti al 100%, di uguale
durata per entrambi i genitori ed estesi a tutte le tipologie
contrattuali.
Vogliamo
un welfare inclusivo e universale senza discriminazioni
in base allo status, al genere, al reddito o alla morale dominante.
Vogliamo
case rifugio, centri antiviolenza,
case delle donne e consultori laici, aperti e autogestiti dalle
donne.
Vogliamo
l’abrogazione dei decreti sicurezza che moltiplicano
violenza, razzismo e sfruttamento dentro e fuori i confini, soprattutto
sui corpi delle donne, e che sanzionano il diritto di manifestare.
Vogliamo
l’abrogazione della Legge Bossi
Fini e la chiusura dei Cpr (centri per il rimpatrio).
Vogliamo
un permesso di soggiorno europeo
senza vincoli lavorativi e familiari per la libertà di movimento per le
migranti e i migranti.
Vogliamo
la cittadinanza per chi nasce e
cresce in Italia.
Vogliamo
un’Europa capace di intervenire
umanitariamente sulle emergenze migratorie nel Mediterraneo, con una voce
comune.
Vogliamo un altro modello di sviluppo che
rilegga i consumi e la qualità ambientale e della vita con la lente della
redistribuzione della ricchezza, e della giustizia ambientale.
Chiediamo di dare un segnale chiaro, pubblico, di sostegno concreto alla lotta che le donne stanno portando avanti da anni e che riguarda tutti.
QUESTO BLOG NON RAPPRESENTA UNA TESTATA GIORNALISTICA, IN QUANTO VIENE AGGIORNATO SENZA ALCUNA PERIODICITÀ. PERTANTO, NON PUÒ CONSIDERARSI UN PRODOTTO EDITORIALE AI SENSI DELLA LEGGE N° 62 DEL 7/03/2001