Roma, 13 febbraio – “Un confronto deludente: non abbiamo ricevuto
alcuna risposta”. Così il segretario confederale della Cgil, Christian
Ferrari, in merito al primo tavolo tecnico che si è svolto questa
mattina tra Governo e sindacati sulle pensioni, in particolare sulla
condizione previdenziale di giovani e donne.
“Per prima cosa
abbiamo chiesto – ha spiegato Christian Ferrari, segretario confederale
Cgil – un riscontro in merito al ripristino dei requisiti di Opzione
donna in vigore fino allo scorso dicembre. Su questo punto, nell’ultimo
incontro di gennaio, la Ministra del Lavoro si era impegnata a portare
una proposta di provvedimento in quella stessa giornata in Consiglio dei
Ministri. Non è successo nulla e oggi c’è stata la semplice
riproposizione di una generica volontà di affrontare la questione.
Per Ferrari “Opzione donna è una misura parziale e particolarmente
penalizzante, ma un intervento correttivo, oltre a dare una risposta
alle oltre 20mila lavoratrici che mediamente ne fanno richiesta, avrebbe
rappresentato un primo, timido passo per dare credibilità al confronto
complessivo sulla previdenza. Se neppure su questo punto ci sono
progressi, c’è davvero da dubitare sulla reale intenzione dell’Esecutivo
di puntare a obiettivi di riforma più ambiziosi e sostanziali per tutte
le lavoratrici come quelli proposti unitariamente da Cgil, Cisl, Uil”.
“Come è noto – ha sottolineato il dirigente sindacale – le donne sono
state le più colpite dalla riforma Fornero, che di fatto ne ha
allungato l’età pensionabile: sette anni per chi aveva iniziato a
lavorare prima del 1995 e molti di più per chi è nel regime
contributivo, visto che non riuscirà mai a raggiungere gli importi
soglia per uscire prima dei 73 anni. Per noi è necessario creare le
condizioni per un’uscita flessibile a partire da 62 anni e, per le donne
che svolgono un lavoro di cura in ambito familiare, va garantito un
ulteriore riconoscimento previdenziale”.
Sul versante giovani, secondo Ferrari “si deve puntare innanzitutto
ad allargare la base contributiva attraverso politiche finalizzate alla
creazione di nuova occupazione, al contrasto della precarietà e
all’aumento dei salari. La strada esattamente opposta a quella
intrapresa nell’ultima legge di bilancio, con l’allargamento dei
voucher, o all’ipotesi di un’ulteriore deregulation dei contratti a
termine”. “È poi necessaria – ha proseguito il segretario confederale –
l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia inserendo
elementi di solidarietà all’interno del sistema e agendo attraverso il
mix tra anzianità ed età di uscita. Il che vuol dire che più crescono
contribuzione ed età anagrafica più aumenta l’assegno di garanzia,
valorizzando tutti i periodi degni di tutela come la disoccupazione, la
formazione, le politiche attive, stage, tirocini ecc.”. “Rafforzare il
patto intergenerazionale è fondamentale in un sistema previdenziale a
ripartizione come il nostro, dove i contributi dei lavoratori attivi
servono a pagare gli assegni di chi si trova già in pensione. Se non si
daranno certezze ai giovani sulla loro pensione futura, incentivandoli a
rimanere attivi nel mercato del lavoro e a versare i contributi, si
rischia davvero di andare incontro ad una crisi profonda dell’attuale
sistema”. “Al termine dell’incontro il Governo – riservandosi ulteriori
valutazioni in merito ai diversi temi oggetto del confronto – si è
impegnato a riconvocare successivamente il tavolo”, ha riferito in
conclusione Christian Ferrari.